Migliore teiera del 2024

Materiali e particolarità

Questo accessorio può essere realizzato nei più svariati materiali, a seconda della tradizione che lo contraddistingue. I più comuni fra i tanti sono:

• Acciaio inossidabile
• Vetro temperato
• Porcellana e ceramica
• Terracotta e raku
• Ghisa

I primi due materiali appartengono alla storia moderna del tè, mentre invece gli ultimi tre si riferiscono alla tradizione più antica di questo rituale, strettamente collegata a materie prime naturali provenienti dalla terra. Con riferimento a queste ultime in particolare, le culture maggiormente devote a questo tipo di bevanda ribadiscono anche l’estrema importanza che la lavorazione del materiale stesso riveste sull’intero processo di preparazione degli infusi.

Prendiamo ad esempio una teiera giapponese realizzata con il raku, oppure quelle cinesi yixing. Entrambe incarnano molto bene questo concetto: le prime trovano la loro caratteristica più significativa nel fatto che, per realizzarle, sia necessario fare uso di tutti e quattro gli elementi naturali (terra, acqua, fuoco, aria), mentre le seconde sono lavorate con decorazioni molto raffinate e particolari.

La scelta del materiale incide sull’intensità del sapore e la conservazione del calore

Selezionare il modello più adatto alle proprie esigenze è una preferenza estremamente soggettiva e personale. Oltre infatti a una questione prettamente estetica che può portare a preferire un certo tipo di design piuttosto che un altro, ogni materiale ha degli elementi peculiari che influenzano in vario modo la preparazione del tè.

Funzionalità	Caratteristiche
Alte temperature	Se si desidera una bevanda molto calda, in grado di rimanere tale per ore, il materiale migliore è senza dubbio la ghisa.
Intensità	Per chi preferisce avere sempre sotto controllo il colore del tè, il vetro è la soluzione ideale per ottenere l’infusione perfetta per il proprio gusto.
Quantità	Per i grandi bevitori di tisane e infusi, l’acciaio inox è il materiale con il quale è più facile trovare tisaniere di dimensioni maggiori, in grado di mantenere una buona qualità della bevanda.

Quando si sceglie una teiera è buona norma fare attenzione ad un dettaglio spesso trascurato: esse non nascono per essere messe sul fuoco, ma per contenere l’acqua calda scaldata preventivamente e mettervi le foglie in infusione. Esistono alcuni materiali che ne consentono la bollitura direttamente sulla fiamma, e cioè la ghisa e l’acciaio.

Tuttavia i più integerrimi estimatori di tè suggeriscono sempre di limitare questa pratica allo stretto necessario, in modo da evitare la formazione del benché minimo residuo di calcare al fondo delle tisaniere stesse.

Forma e componenti

Questo accessorio da cucina può avere diverse dimensioni e quindi variare leggermente nella forma. Tuttavia, più in generale, esso si presenta sempre con una forma piuttosto tondeggiante o allargata verso il fondo, caratteristica che aiuta nel mantenimento della temperatura.

A prescindere dagli aspetti più specifici di ogni modello, le teiere sono solitamente costituite da alcuni elementi standard con una funzione ben definita.

Contenitore: si tratta della “pancia” di questo accessorio, la cui dimensione ne determina la capacità massima.

Coperchio con pomello: ne esistono di due tipi. Il primo è totalmente removibile, mentre il secondo è ribaltabile (quest’ultimo solitamente tipico della teiera in acciaio o in vetro).

Manico: questa parte solitamente è realizzata nello stesso materiale del resto dell’accessorio. Può essere tuttavia anche fatta di plastica oppure di materie naturali come bambù, legno o paglia.

Beccuccio: da questa sezione viene versato il tè nelle tazze. Il bordo inferiore è solitamente più lungo, in modo da ridurre il gocciolamento.

Filtro: la maggior parte dei modelli possiede un filtro interno a immersione, con capacità variabile a seconda della dimensione complessiva delle teiere stesse. Alcuni modelli, invece, prevedono la presenza di un filtro alla base del beccuccio.

Quale che siano le caratteristiche specifiche del prodotto, spesso lo stesso si trova in commercio all’interno di un set coordinato, che comprende solitamente la zuccheriera, una lattiera, una teiera con tazza (una sola o più, fino anche a 12 tazze, sempre corredate di piattino) e il vassoio. In questo caso si parla di servizio da tè, vale a dire un insieme di accessori coordinato e unito dallo stesso design estetico.

Quest’ultimo è possibile trovarlo in vari stili: quelli di porcellana sono i più classici, di solito finemente decorati con trame colorate e, nei casi più pregiati, anche finiture d’oro. Esistono poi quelli più moderni, realizzati con ogni tipo di materiale sopra riportato (fatta eccezione per la ghisa) e, di norma, dotati di elementi decorativi più essenziali e sobri.

Le tazze hanno dimensione variabile ma, in generale, si presentano leggermente più grandi di quelle da caffè: se queste ultime sono in grado di contenere fino a un massimo di 40 ml, quelle da tè partono di solito da 200 ml fino anche a raggiungere i 350 ml.

Esiste poi una categoria a parte composta dalle cosiddette “mug” o anche le varianti moderne come tazze termiche, a testimonianza della loro origine anglosassone. Di forma più alta e larga delle tazze da tè più classiche, esse si prestano molto bene per l’infusione di tè e tisane in bustine.

Funzionalità e usi

Questo tipo di utensile da cucina può essere utilizzato per tre preparazioni principali:

• Un tè
• Una tisana
• Un infuso naturale

Qualunque sia il tipo di bevanda che avete intenzione di preparare, sarà sufficiente avere la bustina da infusione oppure gli ingredienti necessari, e unirli all’acqua calda precedentemente versata nella tisaniera.

Per una preparazione corretta, occorre tenere in considerazione alcuni aspetti molto semplici ma estremamente importanti per l’esaltazione del sapore e dei principi nutritivi.

• Tipologia di acqua: per una degustazione ottimale del tè si suggerisce l’impiego di un’acqua a basso residuo fisso. Per tale ragione è sempre consigliabile evitare quella proveniente dal rubinetto, solitamente molto pesante. Le migliori sono quelle leggere, con un contenuto piuttosto lieve di minerali: questi ultimi, infatti, possono apportare cambiamenti davvero significativi al gusto del tè.
• Temperatura dell’acqua: ciascun tipo di tè ha le sue specifiche necessità in fatto di acqua calda. Quando la temperatura raggiunge i 70°, i tannini iniziano già ad essere rilasciati e conferire al tè un sapore più amaro e ferroso. Foglie dal sapore più robusto avranno bisogno di acqua più calda, mentre quelle più delicate potranno tranquillamente essere lasciate in infusione a temperature più basse.
• Tempi di infusione: come per la temperatura, anche la durata dell’infusione varia in base alla tipologia di tè. Si passa infatti da processi di pochissimi minuti fino a infusioni di poco inferiori ai 10 minuti. Terminato il tempo necessario, è sempre buona norma rimuovere le foglie o le bustine, in modo da evitare che il sapore diventi troppo intenso e amaro.
• Degustazione: la consuetudine in fatto di tè vuole che lo stesso sia bevuto senza l’aggiunta di alcun tipo di zucchero, miele compreso. Sebbene in alcune culture sia previsto l’utilizzo di ingredienti aggiuntivi quali limone, latte o spezie, solitamente i più ortodossi suggeriscono di sostituire l’aggiunta di zuccheri con la ricerca di una tipologia di tè meno amara e più idonea al proprio gusto personale.

Per la preparazione di tè, tisane e qualsiasi tipo di infuso, si consiglia di verificare sempre le modalità di realizzazione riportate sulle confezioni, oppure lasciarsi consigliare direttamente dal rivenditore nel caso di negozi specifici. Si tratta di una bevanda che richiede una preparazione molto semplice, ma che non può essere bevuta immediatamente dopo l’immersione degli ingredienti nell’acqua.

Per tale ragione è considerata una fra le principali bevande meditative, per la sua capacità di costituire un momento di relax e di rallentamento dei ritmi di vita quotidiani, sempre troppo frenetici.

Ricette e idee di preparazione

Se la preparazione di un tè è un qualcosa di molto facile, più complessa e affascinante è invece la scelta dell’infuso maggiormente adatto al proprio gusto personale. Esistono infatti diverse tipologie di questa bevanda deliziosa, provenienti da diverse parti del mondo e tutte con caratteristiche particolari e uniche. Scopriamo le categorie principali:

Tipologia di Tè	Tipologia
Tè nero	Si tratta della varietà più diffusa, circa il 60% dei prodotti sul mercato. Il colore è dovuto al processo di essiccamento piuttosto lento, che porta allo scurimento molto intenso delle foglie.
Tè verde	A differenza di quello nero, questo tipo di foglia non subisce alcuna fermentazione ed è rinomato per le sue proprietà depurative.
Tè aromatico	Si tratta di una varietà solitamente venduta in bustine (ma è possibile trovarla anche sfusa nelle erboristerie), e prevede la presenza di foglie di tè e l’aggiunta di aromi naturali come, ad esempio, erbe, spezie, agrumi, frutta e fiori.
Tè deteinato	Questa qualità è perfetta per chi ama il tè ma non vuole subire gli effetti eccitanti della teina.
Altre varietà	Esistono poi una serie di tè meno famosi, come gli oolong, i tè bianchi, quelli gialli e, in ultimo, i postfermentati.

Dalla teiera elettrica a quella più tradizionale, concedersi una pausa a base di tè è senza dubbio un must, soprattutto nelle sere invernali o durante i momenti di grande stress e affaticamento.

Nonostante il mito tutto britannico che definisce le cinque del pomeriggio come l’orario ideale per questa bevanda (magari accompagnata da dei biscotti al burro), in realtà il tè si presta benissimo per essere degustato a qualsiasi ora del giorno, dal momento del risveglio sino al dopocena.

Dal nero Assam allo Yamashiro verde, esistono ben 3.000 varietà distinte di questa bevanda ambrata

Quelle robuste sono perfette per la prima colazione (ad esempio l’English Breakfast e tè neri come il Ceylon e il Sikkim), mentre le più morbide sono estremamente godibili anche poco prima di andare a letto, a patto che l’infusione non sia troppo lunga.

Volendo si può anche pasteggiare sorseggiando questo tipo di bevanda, in particolare il tè al gelsomino, che è uno di quelli che si abbina meglio a ogni tipo di piatto.

Pulizia e manutenzione

La teiera non richiede praticamente alcun tipo di manutenzione e, per quanto riguarda la pulizia, si tratta sempre di un tipo di cura davvero molto semplice ed essenziale. Esistono però alcune semplici indicazioni che differiscono a seconda del materiale di cui essa è composta.

Piccoli accorgimenti ad ogni uso garantiscono grandi risultati in termini di gusto e resistenza nel tempo

La teiera in ghisa è forse l’unico modello a richiedere qualche attenzione in più rispetto alle altre, ma si tratta sempre di semplici accortezze per mantenere alta la qualità degli infusi prodotti. Per questo tipo di modello infatti, si suggerisce di sciacquarlo sempre con acqua corrente sia prima che dopo ogni utilizzo, e di asciugare la parte esterna utilizzando solo e soltanto un panno asciutto senza strofinare troppo, soprattutto se presenti decorazioni.

Viene anche consigliato di non metterla mai sul fuoco quando è vuota, e di evitare l’utilizzo di detersivi. Infine, qualora dovessero comparire macchie di ruggine o calcare, si consiglia di grattarle con uno spazzolino da denti e poi far bollire dentro un po’ di acqua con del tè fino a quando l’interno non si sarà completamente annerito, e poi buttare l’acqua.

Per quanto riguarda raku e terracotta la manutenzione è pressoché identica, con la sola aggiunta del processo di stagionatura, ovvero la preparazione della teiera giapponese al primo utilizzo. Si tratta, in sostanza, di far bollire questo utensile in una pentola molto larga per almeno un’ora.

Per farlo stagionare in maniera perfetta si può aggiungere all’acqua qualche foglia del proprio tè preferito oppure un pezzettino di tofu naturale senza aromi, che toglierà come per magia l’odore di nuovo. A bollitura ultimata sarà sufficiente risciacquare la teiera con acqua tiepida, e poi farla asciugare in maniera naturale nell’arco di circa 2-3 giorni.

Nel caso di porcellana e ceramica, i problemi più comuni sono il cattivo odore che si forma dopo un lungo periodo di non utilizzo e le macchie di tè sulle pareti. Nel primo caso, basterà posizionare una zolletta di zucchero nella teiera tre ore prima dell’utilizzo, e poi buttarla via: essa, infatti, assorbirà tutti i cattivi odori.

Per quanto riguarda le chiazze di tè, invece, il metodo più comune è quello di lasciare la tisaniera in ammollo per qualche ora o per una notte intera nell’acqua di bollitura delle patate: l’amido rimuoverà ogni traccia di sporco in maniera molto facile e semplice. La teiera in vetro richiede più o meno le stesse attenzioni, con una piccola aggiunta: per evitare l’insorgere di bruttissime macchie di calcare ogni volta che la si lava, abbiate cura di asciugarla dentro e fuori con un panno asciutto.